Campeggio ad Albinia

Nastro dorato che si estende sinuoso tra due mari, la Spiaggia della Giannella rappresenta un capolavoro naturale nel complesso sistema costiero della laguna di Orbetello, una lingua di sabbia fine lunga circa sette chilometri che unisce il promontorio dell'Argentario alla terraferma toscana. L'Adriatico a est e il Tirreno a ovest sembrano contendersi il dominio del paesaggio, regalando ai visitatori la straordinaria esperienza di ammirare l'alba e il tramonto sul mare dalla stessa posizione.

La peculiarità della Giannella risiede nella sua doppia anima: il versante esterno, esposto al mare aperto, presenta un arenile ampio e sabbioso, dalle acque cristalline che digradano dolcemente, ideale per famiglie con bambini e per lunghe passeggiate sul bagnasciuga; il lato interno, che si affaccia sulla laguna, offre invece un paesaggio più intimo e selvaggio, con canneti che si specchiano nelle acque calme dove fenicotteri rosa e aironi creano quadri di straordinaria bellezza naturale.

La pineta che corre parallela alla spiaggia per gran parte della sua estensione rappresenta un elemento distintivo del luogo: pini domestici dalla caratteristica chioma a ombrello creano zone d'ombra naturale mentre il sottobosco di macchia mediterranea, con lentischi, mirti e ginepri, diffonde nell'aria profumi intensi che si mescolano alla brezza marina. I sentieri che attraversano questa fascia verde consentono piacevoli escursioni a piedi o in bicicletta, collegando le diverse aree della spiaggia.

Gli stabilimenti balneari, distribuiti con discrezione lungo il litorale, rispettano l'integrità paesaggistica del luogo con strutture in legno che si integrano nell'ambiente naturale, mentre ampie porzioni di spiaggia libera garantiscono a tutti l'accesso a questo paradiso costiero. 

Mosaico selvaggio di paesaggi primordiali che si estende per oltre 9.000 ettari tra costa e collina, il Parco Naturale della Maremma rappresenta uno degli ultimi eden mediterranei d'Italia, un territorio che ha conservato il suo carattere indomito attraverso i secoli nonostante le trasformazioni del paesaggio circostante. Istituito nel 1975 come primo parco regionale della Toscana, questo straordinario ecosistema abbraccia una varietà sorprendente di ambienti: dalla costa sabbiosa con le sue dune ancestrali alle paludi salmastre ricche di avifauna, dalle dense foreste di lecci e sughere alle praterie punteggiate da mandrie di bovini maremmani e cavalli allo stato brado.

I Monti dell'Uccellina, dorsale collinare che costituisce la spina dorsale del parco, si elevano fino a circa 400 metri sul livello del mare, creando un anfiteatro naturale che protegge la pianura costiera e determina peculiari condizioni microclimatiche. Sui loro pendii, ricoperti da una macchia mediterranea impenetrabile dove predominano corbezzoli, eriche e lentischi, si nascondono antiche torri di avvistamento, testimoni silenziose delle incursioni piratesche che per secoli hanno minacciato queste coste, e i suggestivi resti dell'Abbazia di San Rabano, monastero benedettino risalente all'XI secolo.

Nella pianura, i canali di bonifica raccontano la secolare lotta dell'uomo per strappare terre coltivabili alle paludi, mentre le antiche Saline di San Paolo, ancora parzialmente attive, testimoniano attività produttive storiche perfettamente integrate nel ciclo naturale. Protagonista indiscussa del parco è la fauna selvatica: cinghiali, daini, caprioli e volpi popolano i boschi, mentre nelle zone umide fenicotteri, spatole, cavalieri d'Italia e decine di altre specie di uccelli migratori trovano rifugio e nutrimento.
I sentieri escursionistici, percorribili solo con guide autorizzate per preservare l'integrità dell'ecosistema, permettono di esplorare ambienti altrimenti inaccessibili: particolarmente suggestivo è il percorso dell'Alberese, che conduce dalla pineta granducale fino alla spiaggia di Marina di Alberese attraversando diversi habitat e offrendo l'opportunità di avvistare i famosi cavalli maremmani allo stato brado, discendenti diretti delle antiche mandrie che i butteri conducevano in queste terre selvagge, perpetuando tradizioni che il parco ha saputo conservare come parte integrante del suo straordinario patrimonio naturale e culturale.

Specchio d'acqua sospeso tra cielo e terra, la Laguna di Orbetello rappresenta un ecosistema unico nel panorama italiano, un bacino costiero di acque salmastre esteso per oltre 26 chilometri quadrati che abbraccia come un abbraccio liquido l'antico borgo di Orbetello. Formatasi nei millenni per l'azione combinata dei sedimenti fluviali e delle correnti marine che hanno creato i due tomboli sabbiosi della Giannella e della Feniglia, questa laguna presenta caratteristiche idrologiche peculiari che hanno determinato un ambiente di straordinaria biodiversità, riconosciuto a livello internazionale come zona umida di importanza globale dalla Convenzione di Ramsar.

La laguna è divisa in due bacini, orientale e occidentale, collegati da un canale artificiale che passa sotto il ponte che unisce Orbetello al Monte Argentario. Oltre 200 specie di uccelli, stanziali e migratori, popolano queste acque nelle diverse stagioni; colonie di fenicotteri rosa tingono di toni surreali il paesaggio, mentre aironi, garzette, spatole e martin pescatori creano un caleidoscopio vivente di forme e colori. I caratteristici "lavorieri", antiche strutture in legno utilizzate per la pesca tradizionale, punteggiano la superficie della laguna come sculture acquatiche, testimoniando tecniche di pesca sostenibili tramandate di generazione in generazione.

Le rive della laguna offrono percorsi naturalistici di straordinario interesse: la pista ciclabile che corre lungo la diga artificiale che collega Orbetello all'Argentario permette di immergersi letteralmente nel paesaggio lagunare, mentre i sentieri che si snodano tra canneti e tamerici conducono a punti di osservazione privilegiati per il birdwatching. Particolarmente suggestiva è l'esperienza di navigare queste acque a bordo delle tipiche barche a fondo piatto, unico modo per raggiungere le isole e i banchi di sabbia che emergono come piccoli mondi autonomi nel cuore della laguna.